E’ il trentesimo giorno da quando i militari israeliani hanno fermato la nave Al Awda (Il Ritorno) della Freedom Flotilla per Gaza e assunto il controllo delle forniture mediche destinate alla Striscia di Gaza… Per un mese, la Freedom Flotilla Coalition ha fermamente chiesto la riconsegna immediata delle 114 scatole e migliaia di persone da tutto il mondo hanno chiamato le ambasciate israeliane ed il ministero degli affari esteri del proprio paese chiedendo il rilascio.

A Gaza c’è un disperato bisogno delle forniture mediche in quanto i cecchini israeliani continuano ad uccidere e ferire centinaia di palestinesi ogni settimana. Venerdì 24 Agosto, con un uso sproporzionato di forza omicida contro i pacifici contestatori nella parte est della Striscia, per il ventiduesimo Venerdì consecutivo, l’esercito israeliano ha ferito 89 civili tra cui 17 bambini, 2 donne e 3 paramedici, colpendoli sia con proiettili, sia con candelotti lacrimogeni ad altezza d’uomo. Cinque sono stati feriti in modo grave. Inoltre, decine di civili hanno riportato danni da inalazione di gas lacrimogeni.

Secondo il Palestine Centre for Human Rights (PCHR), 130 Palestinesi sono stati uccisi tra cui 23 bambini, 3 giornalisti, 2 paramedici ed una donna. Tra le vittime, 3 disabili ed una bambina.

In 6729 sono stati feriti da armi da fuoco, compresi 1140 bambini, 203 donne, 78 giornalistsi e 103 paramedici. Tra i feriti, 422 sono in condizioni gravi e 69 persone hanno subito l’amputazione di arti superiori o inferiori. Queste statistiche comprendono solo coloro che sono stati feriti direttamente da proiettili o da candelotti lacrimogeni, ma altre migliaia hanno subito le conseguenze dell’inalazione di gas lacrimogeni o hanno riportato contusioni.

La Freedom Flotilla Coalition continua a richiedere fermamente la restituzione immediata delle 114 scatole di forniture mediche (garza sterile e materiale per suture) per il sistema sanitario di Gaza che erano trasportate dalle imbarcazioni Al Awda e Freedom della Freedom Flotilla per Gaza 2018, illegalmente sequestrate e dirottate dalle forze armate israeliane gli scorsi 29 Luglio e 3 Agosto. Come ha dichiarato il Ministro degli Affari esteri svedese Margot Wallström, secondo la legge internazionale il carico deve essere rilasciato.

Per favore firmate la petizione che richiede che lo Stato di Israele restituisca le scatole di forniture mediche.

Come abbiamo ricordato al Governo israeliano nella nostra dichiarazione del 9 Agosto scorso, le leggi internazionali richiedono la consegna delle forniture mediche. L’articolo 23 della Convenzione di Ginevra Relativa alla Protezione dei Civili in Tempo di Guerra (IV° Convenzione di Ginevra, 1949) dice che ogni parte contraente consentirà il libero passaggio di tutte le consegne ai magazzini medici ed ospedalieri… indirizzati esclusivamente ai civili di un’altra parte alta contraente, anche se quest’ultima è il proprio avversario.

Inoltre, il Manuale di San Remo sulle Leggi Internazionali Applicabili ai Conflitti Armati in Mare (12 Giugno 1994) dice al paragrafo 104 che il belligerante che pone un blocco consentirà il passaggio di forniture mediche per la popolazione civile o per i membri delle forze armate feriti o ammalati, subordinatamente al diritto di prescrivere modalità tecniche, ivi comprese ispezioni, sotto le quali tale passaggio è permesso. Ancora, il Manuale sulle Leggi riguardo ai Conflitti Armati Non Internazionali (2006), dice al punto 2 del commento alla norma 2.3.10 che, per estensione, qualunque oggetto indispensabile alla sopravvivenza di civili dovrebbe essere protetto, in particolare i farmaci. La protezione significa che al nemico non è permesso attaccare, distruggere, eliminare o rendere inutilizzabili gli articoli suddetti. Il nostro legale israeliano, Gaby Lasky, è stato in contatto con le autorità di occupazione israeliane per concordare la consegna delle forniture mediche umanitarie, ma al momento, nessuna è ancora arrivata a Gaza.

Per favore firmate la petizione

Ecco un esempio di lettera che potete usare per contattare il vostro Ministero degli Affari esteri per chiedere che lo Stato di Israele restituisca le scatole di forniture mediche.

Il 29 Luglio 2018 la Al Awda, una nave appartenente alla Freedom Flotilla Coalition e, successivamente una seconda imbarcazione, la Freedom, sono state brutalmente assaltate in acque internazionali dalle Forze di Occupazione israeliane con il conseguente ferimento di cinque pacifici partecipanti, oltre al sequestro illegale ed ingiustificato delle navi, nelle intenzioni un dono ai pescatori di Gaza, all’arresto illegale dei partecipanti e dell’equipaggio e la confisca del carico di forniture mediche, disperatamente necessarie.  Queste forniture mediche di base erano destinate alla distribuzione a coloro che sono in prima linea contro la crisi umanitaria a Gaza.

Le leggi internazionali richiedono la consegna delle forniture mediche. L’articolo 23 della Convenzione di Ginevra Relativa alla Protezione dei Civili in Tempo di Guerra (IV° Convenzione di Ginevra, 1949) dice che ogni parte contraente consentirà il libero passaggio di tutte le consegne ai magazzini medici ed ospedalieri… indirizzati esclusivamente ai civili di un’altra parte alta contraente, anche se quest’ultima è il proprio avversario.

Inoltre, il Manuale di San Remo sulle Leggi Internazionali Applicabili ai Conflitti Armati in Mare (12 Giugno 1994) dice al paragrafo 104 che il belligerante che pone un blocco consentirà il passaggio di forniture mediche per la popolazione civile o per i membri delle forze armate feriti o ammalati, subordinatamente al diritto di prescrivere modalità tecniche, ivi comprese ispezioni, sotto le quali tale passaggio è permesso. Ancora, il Manuale sulle Leggi riguardo ai Conflitti Armati Non Internazionali (2006), dice al punto 2 del commento alla norma 2.3.10 che, per estensione, qualunque oggetto indispensabile alla sopravvivenza di civili dovrebbe essere protetto, in particolare i farmaci. La protezione significa che al nemico non è permesso attaccare, distruggere, eliminare o rendere inutilizzabili gli articoli suddetti.

 Il Ministro degli Affari esteri svedese Margot Wallström ha scritto che “…. il comportamento delle autorità israeliane in relazione alla nave battente bandiera svedese Freedom ed alle persone a bordo di essa non trova supporto nelle leggi internazionali.” Inoltre ha dichiarato che “Il Governo ha anche richiesto che la nave, il suo carico e le persone a bordo siano rilasciati.”

Ad oggi nessuna parte del carico è giunta a Gaza. Gli inventari completi dei materiali sanitari in ogni scatola erano stati forniti preventivamente alle autorità israeliane e possono essere prodotti su richiesta. Esortiamo codesto Ministero a sollecitare l’immediata consegna da parte del Governo israeliano delle 114 scatole di forniture mediche e delle due imbarcazioni da pesca a Gaza, come previsto dalle leggi internazionali.

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